domenica 4 novembre 2018

LA PRATICA ANTROPOLOGICA (antropologia)




Gli antropologi si sono occupati per molto tempo soprattutto dei popoli a loro contemporanei ma geograficamente lontani. Lo studio delle istruzioni sociali e politiche, dei riti, delle credenze religiose, delle tecniche di fabbricazione dei manufatti, dell'arte dei popoli lontani e "diversi" da quelli europei o d'origine europea ha costituito l'oggetto privilegiato dell'antropologia.

Risultati immagini per antropologoOggi gli antropologi studiano tanto le popolazioni urbane dei Paesi extraeuropei quanto quelle della stessa Europa e del Nord America, i popoli nomadi dell'Asia, i minatori delle Ande e i gruppi di adolescenti delle aree urbane delle città dei Paesi economicamente sviluppati.
Studiano gli uomini cacciatori-raccoglitori africani, le comunità di villaggio indiane, i movimenti migratori verso l'Europa e gli Stati Uniti, e anche quelli permercanti, le sette religiose, le imprese, gli ospedali, i conflitti etnici e molto ancora.

Alla base della pratica antropologica c'è sempre dunque un contatto diretto con le popolazioni di cui si parla. Per pratica antropologica intenderemo il fatto di voler affrontare l'incontro con esseri umani con costumi, tradizioni, istituzioni e credenze diverse dai propri, unendo le conoscenze teoriche della disciplina con la personale esperienza di osservazione, riflessione e ricerca.

LA DOMANDA SULLA DIVERSITÀ (antropologia)


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Per trovare tracce degli inizi dell'antropologia a noi più vicine bisogna guardare al Quattrocento e al Cinquecento, all'Umanesimo, al Rinascimento e soprattutto ai dibattiti che seguiranno alla scoperta dell'America. Gli intelletuali umanisti e rinascimentali cominciarono a vedere gli esseri umani come soggetti capaci di decidere del proprio destino, di esplorare la natura e studiarne le leggi e i meccanismi nascosti.

La scoperta e la conquista del nuovo mondo allargarono enormemente gli orizzonti delle conoscenze e fecero nascere nuove domande non solo sulla natura animale e vegetale lì molto diversa rispetto all'Europa, ma anche sugli esseri umani, sulla storia e sulla religione.
Le descrizioni dei costumi e delle istruzioni sociali dei popoli lontani dall'Europa divennero sempre più numerose, ma, sebbene davvero eccezionali in alcuni casi, non rientravano in un vero e proprio progetto scientifico riconoscibile come "antropologico".

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Perchè cominciasse a prendere forma una scienza che possiamo riconoscere come antropologica si dovettero attendere gli effetti prodotti dall'Illuminismo.
L'Illuminismo fu un movimento intellettuale composito alla quale parteciparono letterati e filosofi, artisti e scienziati naturali. Fu un movimento per il riconoscimento della dignità umana, fondato sull'idea che tutti gli esseri umani sono dotati di ragione, in favore della libera ricerca e della libertà d'espressione. Fu in questo clima culturale che, nel corso del Settecento, alcuni studiosi della natura cominciarono a elaborare una teoria sull'unità del genere umano, come unica spiece costituita da individui potenzialmente dotati delle stesse facoltà mentali.

ANTROPOLOGIA SIGNIFICA... (antropologia)

  • LA SCIENZA CHE STUDIA IL GENERE UMANO
La parola antropologia significa studio del genere umano.
Sono molte le scienze che studiano il genere umano: filosofia, psicologia, pedagogia, sociologia, storia, demografia, geografia e la genetica. Di conseguenza ci dobbiamo chiedere: quale aspetto particolare del genere umano è studiato dall'antropologia?
Risultati immagini per uguaglianzaL'antropologia studia il genere umano dal punto di vista culturale. Studia cioè le idee e i comportamenti che sono caratteristici dell'esseri umani che vivono in società tra loro lontane nello spazio e nel tempo, e diverse per tradizioni, costumi e stili di vita. Lo scopo dell'antropologia non è soltanto quello di conoscere le differenze. L'antropologia ha per obbiettivo anche lo studio delle somiglianze che esistono tra idee e comportameni tipici di società trra loro diverse: essa è di conseguenza, un sapere comparativo.

LEZIONI E DISPUTE (pedagogia)



Il fulcro dello studio e dell'insegnamento era costituito dall'ormai tradizionale "lettura" di testi, scelti per la loro autorevolezza, e dalla "disputa" che costituì il carattere specifico di quel metodo scolastico che contraddistinse la cultura dell'epoca, in particolare quella che veniva a formarsi nelle scuole e nelle università.
Risultati immagini per scuola neli basso medioevoLa lettura era, per i medievali, l'attività principale di apprendimento: come afferma Ugo di San Vittore nel suo Didascalicom "l'inizio del sapere si trova nella lettura". Una buona lettura facilita la comprensione e su ciò si costruisce la memoria, chiave di volta per capire la realtà che ci circondae "rendersi conto da soli di tutto".

Leggere significava così riconoscere un'autorità e cercare di assimilarla, per poi utilizzarla al fine di raggiungere soluzioni soddisfacenti per i problemi posti. L'argomentazione, in tal caso, era tutta volta a mostrare la coerenza, o la deducibilità, di determinate affermazioni da enuncianti e dottrine che non potevano essere messe in dubbio e che fungevano dunque da norma e criterio del ragionamento.
La lettura di un testo era perciò assai complessa: essa comportava un'analisi della struttura del testo, volta alla sua suddivisione in parti, ognuna delle quali era ridotta a porzioni di testo sempre più piccole, fino ai singoli enunciati, al fine di ottenere una chiarezza sempre maggiore e conseguire una conoscenza sicura. Ciascuna parte poi veniva esposta e commentata, in modo da metterne in luce la struttura grammaticale, il significato dei termini usati , spiegando le parole difficili e fornendo anche le informazioni più indispensabili nonché l'intenzione dell'autore.

LE SCUOLE DI GRAMMATICA E D'ABACO (pedagogia)



Dal XII al XV secolo il sistema scolastico europeo presentò notevoli differenze al suo interno, sia per la qualità dell'istruzione impartita sia per la distribuzione di scuole e università nel territorio. Nella prima metà del XV secolo erano ancora molti gli Stati che non avevano un'università, e quelle che già erano sorte, per la diversità delle caratteristiche che le contraddistinguevano, non potevano certo essere poste tutte tutte sullo stesso piano.
Tale disomogeneità e tale incoerenza sono ancora più evidenti se si analizza il livello dell'istruzione di base.

LE SCUOLE DI GRAMMATICA 
La possibilità di imparare a scrivere e leggere era affidata a piccole scuole di grammatica, distribuite tra città e campagna e con caratteristiche differenti a seconda della collocazione, della durata e della qualità del maestro.
In città come Parigi, Londra o in regioni italiane come la Liguria o il Piemonte, la presenza di maestri e di relative scuole è un dato rilevante a partire dala fine del XIII secolo, ma, in generale, si potevano trovare scuole in tutte le città europee, anche piccole.

LE SCUOLE DI ABACO
Risultati immagini per scuola d'abacoL'esigenza di una contabilità più precisa e affidabile aveva portato, in particolare in alcune regioni e città mercantili, all'incremento dell'insegnamento del calcolo e dell'aritmetica. La finalità era evidentemente pratica e concreta e il maestro d'abaco, fin' per assumere un'importanza pari, se non superiore, a quella del suo collega di grammatica.
La gran parte della formazione femminile riguardava le donne che avevano preso la via del chiostro, per le quali saper leggere e pronunciare il latinoera indispensabile per l'ufficio divino e il canto, benchè il volgare fosse usato per la conservazione e la comunicazione, anche fuori dal monastero.

LE SCUOLE DI CHARTRES (pedagogia)



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Dalla fine dell’XI secolo e per tutto il successivo, l’Occidente latino fu attraversato da fenomeni sociali nuovi e da un rinnovato gusto per le lettere, l’arte e la scienza. Questi elementi delinearono il volto di quella che è ormai comunemente considerata una vera e propria rinascita dell’Europa. 
Accanto ai monasteri cominciarono a profilarsi scuole che costituivano una novità rispetto al passato e che posero le basi per sviluppi successivi con la creazione delle prime università.

Nelle più famose scuole di Chartres e di San VITTORE si insegnavano le arti del trivium (grammatica, retorica, dialettica) e successivamente del quadrivium (aritmetica, geometria, astronomia, musica). Bernardo di Chartres, maestro di grammatica nella scuola di Chartres, amava la cultura, classica e cristiana, e profondeva grande impegno nell’insegnarla. Ogni uomo, egli affermava, non può avere che una visione parziale e molto limitata della realtà, ma se è in grado di assimilare la tradizione in cui vive, può vedere e conoscere molto di più di coloro che lo hanno preceduto.


GEORG SIMMEL (SOCIOLOGI

Il berlinese   Georg Simmel  fu uno dei padri fondatori della sociologia, anche se, rispetto ai classici, ne ha una concezione completamente...